Marril
Ecco che si apre il sipario…
in alto il sole presenta l’esistente,
il cielo celeste fa da cornice
mentre il mare con i suoi riflessi ci introduce.


Le celestiali acque brillano di oro, increspate dal giocondo Eolo, mentre si infrangono con la prima roccia preludio di uno sguardo pronto ad indagare l’ignoto. 

La costa sorprende… ora a strapiombo marronea cala nel mare, ora biondo si adagia alle sponde, infine civilizzata accoglie i viandanti.

L‘isola si erge. Ecco le sue molteplici forme mentre sconosciuta, spoglia e temuta si avvicina … immensa, nasconde il proprio segreto.


Terra spoglia e delusa silente, ma fiera vanto della propria innocenza feconda detentrice della sua storia.

Guardate, stranieri, le prospere terre ammirate la natura selvaggia che reco nel cuore incantatevi per le mie sponde qui, ove il sole coccola e il caldo tarda ad allontanarsi.

Non cercate i grattaceli, quelli li trovate d’altra parte, qui è loco di natura ove solo l’essenza trae sostanza.

Rude la vita prospera pone difficoltosa le sue scelte, indurendo le menti delle genti, ma regalandone sincerità.


Non troverete eccentricità qui dove l’esistente è scioccante più di ogni altro. Terra, odore e sapore è il nostro splendore consapevoli che intorno v’è già il tesoro.

Snobbata e maltrattata, pensano di far tutto con me. Eppure scarna e fiera ancora mi presento perché nell’essere senza mura che grido la mia libertà.

Quattro sono i mori che distinguono ciò che sconosciuti non possono comprendere per chi si scandalizza della semplicità per chi non comprende l’onestà.

Ecco perché poi lentamente si avverte come fa qui l’animo ad assumere maggior magia… Forse perché solo nuda e senza fronzoli lo spirito mostra il proprio splendore.


Impari che non nelle vane cose vi è l’essenza: la spoglia collina penetra più che un paio di lenti, la solare luce accarezza l’erba più che la macchina, mentre ogni mio tramonto accompagna amori.

Persino gli irraggiungibili provano a strappare il mio semplice splendore fogge luccicanti, auto di festa, fregate provano a sfidare mare, monti e cielo come se quei sciocchi volessero far propri il naturale fascino, ma mai eguaglieranno l’intimo splendore della mia nudità.

Sull’isola le dame mostrano l’essere l’essenza di una fiera forza che ogni giorno si mostra. Sorrisi regalati agli stolti, nel semplice donare sbeffeggiano l’altrui inaudito egoismo.

Lode a terra e donne che sanno regalare e nell’assaporare inerti i venti della vita fanno loro la gloria. Luce che segna silente gli umili uomini i quali insegnano la fatica della durezza.


 Sponde rifiutate,

che lentamente si sono presentate

e infine sono state amate.

Ora che tu vai…

…porta in te quello che per sempre amerai,

perché mai smetterai.