Ci sono momenti in cui alzo lo sguardo dal telefono, dal pc e mi fermo ad osservare...
... e c'è una cosa che mi fa letteralmente paura.
Sguardi su sguardi rivolti verso un telefono, un tablet, un qualsiasi apparecchio elettronico. A scrivere, giocare, curiosare... a fare una mirade di cose tranne quella di essere presenti. Lì, in quel momento, mentre la vita lì fuori scorre.
Ma cosa stiamo diventando?
Ieri la tecnologia ci ha permesso di rompere le distanze, di ampliare le nostre conoscenze, di mantenere e costruire rapporti di amicizia... oggi temo ci stia rendendo sempre più lontani, più soli... anche se sui nostri terminali stiamo affrontando la conversazione più interessante della nostra vita, ma è quella la vita?
Parole digitate che si susseguono senza l'anima di uno sguardo, il calore di un abbraccio, la rabbia predominante di una ferita...
è questa la vita?
Restare chiusi in una stanza, in un autobus, su un treno, in ascensore... stare vicini senza parlarsi neppure con uno sguardo imbarazzato... siamo lì... eppure le nostre menti corrono a cercare qualcuno che è lontano, che è al di là di una maschera di circuiti e tecnologia.
Siamo vicini, ma forse siamo già troppo lontani...
Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la
nostra umanità;
il mondo sarà popolato allora da una generazione di
idioti.
(A. Einstein)